Gli operatori finanziari sono indubbiamente chiamati, oggi, ad affrontare una fase storica eccezionale, in cui il venir meno dei riferimenti tradizionali del panorama geopolitico e il rischio, sempre più concreto, della deglobalizzazione si sommano ai cambiamenti in atto nella transizione tecnologica e ambientale.
Articolo di: Giacomo Chiari, Responsabile Intermediari finanziari, Prometeia Advisor Sim, e Alessandra Franzosi, Head of ESG, Prometeia per Confires 2025.
La transizione ambientale sembra attraversare una fase di riflessione, che riguarda più le modalità e la scansione temporale che la necessità e la direzione del percorso di contrasto al cambiamento climatico intrapreso negli ultimi anni. Ciò fa sì che gli intermediari finanziari debbano continuare a valutare i rischi climatici come parte della propria attività di gestione degli investimenti, grazie anche a strumenti di analisi e soluzioni di monitoraggio sempre più sofisticati, oggi a disposizione del mercato.
Prometeia Advisor lavora con un numero significativo di investitori istituzionali italiani. Questo ruolo ci impone di interrogarci costantemente sull’adeguatezza delle modalità con le quali ci impegniamo nei confronti dei nostri Clienti e, dunque, anche sul ruolo che i temi ESG possono avere sul loro operato. Lo facciamo con particolare senso di responsabilità all’inizio di questo 2025, un momento in cui, nonostante l’evidenza del permanere di gravi rischi ambientali e geopolitici e della necessità di ingenti capitali per finanziare la transizione, i convincimenti della politica e del sistema economico-finanziario sulla necessità di un impegno immediato paiono stemperarsi.
La World Meteorological Organization (WMO) ha definito il 2024 come l’anno più caldo mai registrato, sulla base di sei dataset internazionali: l’aumento della temperatura è stato di circa 1,55° rispetto al livello preindustriale, superando così la soglia individuata negli Accordi di Parigi del 2015. L’Emissions Gap Report 2024 di UNEP indica come sarà necessario definire target di riduzione delle emissioni più ambiziosi, pari al 42% nel 2030 e al 57% nel 2035: non agire con ambizione potrebbe portare a un aumento della temperatura globale compreso tra i 2,6°C e i 3,1°C. Sei dei nove limiti planetari individuati dall’Università di Stoccolma sono stati superati nel 2023.
Gli investimenti necessari per affrontare la transizione ambientale, attraverso azioni di mitigazione e adattamento, sono enormi
Solo in Europa si stimano tra i 750 e gli 800 miliardi di euro l’anno, con un ruolo cruciale da parte dei capitali privati. Nonostante ciò, nel 2024 è apparso sempre più difficile trovare modalità collaborative a livello mondiale, le uniche potenzialmente davvero efficaci. Nel mese di novembre 2024 si è svolta a Baku la 29ª edizione della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP29). Il summit si è concluso senza confermare lo storico accordo raggiunto alla COP28 per triplicare la capacità energetica, raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030 e abbandonare i combustibili fossili, posticipando al 2025 la discussione sulla transizione giusta.
A inizio 2025, con la nuova presidenza, gli Stati Uniti sono usciti dall’Accordo di Parigi e diverse realtà finanziarie statunitensi si sono allontanate dalle Net Zero Alliances lanciate durante la COP26 di Glasgow. L’Europa, dal canto suo, nella Bussola della competitività (“The Compass”) di inizio anno ha confermato l’importanza dei processi di decarbonizzazione in un’ottica competitiva. L’Omnibus Package, pubblicato a fine febbraio 2025 dalla Commissione Europea, prevede al contempo una semplificazione normativa, con particolare riferimento a Tassonomia, CSRD e CSDDD, e l’attivazione di nuovi flussi di investimento. Si stima, in modo prudente, che, se adottate e attuate, le proposte consentiranno di realizzare risparmi complessivi sui costi amministrativi annuali di circa 6,3 miliardi di euro e di mobilitare una capacità di investimento pubblica e privata aggiuntiva di 50 miliardi di euro per sostenere le priorità politiche, grazie all’uso di diversi programmi di investimento, tra cui InvestEU e il FEIS (Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici).
Al contempo, la Commissione Europea ha presentato il Clean Industrial Deal, un piano industriale per sostenere la competitività e la resilienza, concentrandosi principalmente su due settori strettamente collegati: le industrie ad alta intensità energetica, che necessitano di un sostegno urgente per la decarbonizzazione e l’elettrificazione, e le tecnologie pulite. Entro giugno 2025 la Commissione semplificherà anche le norme sugli Aiuti di Stato per accelerare la diffusione delle energie rinnovabili, attuare la decarbonizzazione industriale e garantire una capacità sufficiente di produzione di tecnologie pulite in Europa.
La finanza sostenibile, anche nel 2024, ha mostrato di poter continuare a contribuire in modo rilevante allo sviluppo sostenibile, sia a livello sociale che ambientale. Il numero di investitori istituzionali che procede all’integrazione dei fattori ESG nel processo di investimento sta crescendo, forse meno rapidamente di un tempo o di quanto sperato, ma il trend rimane positivo. Inoltre, gli investitori che iniziano il processo di incorporazione dei fattori ESG nei processi di investimento, in modo più o meno intenso, non tornano indietro.
Questo perché incorporare la sostenibilità non significa entrare o uscire da un tema di investimento, ma significa avere a disposizione un set più ampio e diversificato di strumenti per la gestione del rischio-rendimento del proprio portafoglio e per il perseguimento dei propri doveri fiduciari.
In pochi anni, inoltre, l’industria finanziaria è stata in grado di consolidare una pluralità di strumenti e prassi per affrontare temi che sono innegabilmente sempre più strutturali. Tali strumenti supportano concretamente l’integrazione degli aspetti ESG con le considerazioni più tradizionalmente finanziarie, così da avere una visione complessiva e olistica del portafoglio e della strategia.
Prometeia Advisor Sim continua ad investire sugli ESG
In questo contesto e con questi obiettivi, Prometeia Advisor ha ritenuto prioritario continuare a investire, sviluppando strumenti di analisi e soluzioni di monitoraggio ESG sempre più sofisticate. Abbiamo affinato il presidio del supporto ai clienti nella redazione delle Policy e nella produzione dell’informativa di sostenibilità, nella convinzione dell’importanza di definire il proprio approccio strategico alla sostenibilità in termini di valori, governance e modalità di integrazione nelle scelte di investimento. Abbiamo investito in banche dati, estendendo le nostre capacità di analisi agli indicatori PAI (Principal Adverse Impact), che, affiancati agli SDGs (Sustainable Development Goals), consentono, sia in sede di Policy che di monitoraggio dei portafogli, di avere una visione più completa degli obiettivi e degli impatti che si vogliono perseguire.
Il Gruppo Prometeia è inoltre leader nello sviluppo di servizi di Climate Change Modelling e Analytics, volti ad analizzare i rischi climatici, sia fisici che di transizione. Grazie a queste competenze uniche, nel 2024 Prometeia è stata inserita tra i primi 20 provider a livello globale di soluzioni tecnologiche e analitiche per il rischio climatico nella classifica Chartis 2024. Sono strumenti che Prometeia Advisor SIM può mettere a disposizione anche dei suoi clienti per l’analisi del rischio climatico degli investimenti. È stato ampliato il monitoraggio del rischio ESG dei portafogli: l’esperienza di Prometeia Advisor SIM mette in evidenza un processo di mutazione che, da modelli basati unicamente su metriche finanziarie come il VaR (Value at Risk), sta passando a un approccio che integra anche indicatori ambientali, sociali e di governance.
I temi della sostenibilità stanno interessando in modo crescente le attività svolte dai confidi, sia in quanto prestatori di garanzia per il tessuto produttivo e imprenditoriale del nostro Paese, sia in quanto investitori con caratteristiche istituzionali. Le sollecitazioni provenienti da Banca d’Italia, a partire da aprile 2022, con le 12 Aspettative di vigilanza sui rischi climatici e ambientali e la richiesta di redazione del Piano di Azione, hanno aiutato a creare un framework di riferimento all’interno del quale il comparto sta sviluppando e consolidando buone prassi.
Infine, l’advisor, soprattutto se vigilato, è per primo chiamato a dotarsi di un presidio di sostenibilità. Prometeia Advisor SIM, soggetta alla vigilanza di Consob e Banca d’Italia, è la società leader nei servizi di consulenza finanziaria per i Clienti Istituzionali. A fine 2024, Prometeia Advisor svolge attività di advisory finanziario per 136 clienti istituzionali e, con 28 di loro, ha in essere specifici incarichi in ambito ESG.